Il buon design non si fa notare
Il buon design non si fa notare: si fa apprezzare.
Da intervista al designer catalano Miguel Milà

Il buon design si nota?

No, non si nota, ma si apprezza, perché migliora la vita di tutti.

In che modo?

Sono orgoglioso del fatto che le mie sedie, lampade e camini hanno reso un po’ più confortevole la vita di migliaia di persone pur non sapendo chi le avesse progettate.

Inizia sempre dal bisogno per arrivare al concetto?

Un giorno ho visto un signore anziano per strada avere problemi ad alzarsi da una panchina troppo grande per cui ne ho disegnata una nuova che permettesse loro di alzarsi con dignità.

La cattiva progettazione è quindi quella che si fa notare molto?

Perché il cattivo designer preferisce farsi notare al rendersi utile in modo discreto. L’altro giorno sono andato a Madrid in un hotel di tendenza in cui ogni piano era stato firmato da un architetto di grido…

Sembra promettente…

…Un orrore. Quando si arriva alla propria camera la prima cosa che si vuole fare è sbarazzarsi della valigia… Beh, ma non c’era alcun mobile dove poterla lasciare! Peraltro, le lampade ti facevano diventare matto per riuscire a capire come accenderle. Ci sono docce che sono così moderne e indecifrabili che finisci sempre per fare una doccia scozzese. In albergo abbiamo dovuto chiamare la reception per insegnarci ad aprire il rubinetto.

Ci sono riusciti?

No, ma la povera receptionist ha finito con l’inzupparsi tutto il braccio. L’inghippo stava nell’ostentazione: volevano far vedere i rubinetti invece di servire l’utente.

So che hai progettato un rubinetto da cui di default esce acqua fredda.

Sì, è un grande risparmio, soprattutto in alberghi, perché altrimenti si spreca un sacco di energia.

Semplice ma pratico.

E risulta del tutto inosservato se non ne sei al corrente. Credo che il buon design è quello che pone gli altri davanti al tuo ego… e a ragione: è creare ordine tra gli elementi di un tutto.

Sembra più facile che non consueto.

Perché ci manca l’educazione. La vera educazione è porsi al servizio degli altri senza farlo notare.

Arriveranno tempi migliori?

Ci sono già. Sono già molto meglio di quelli che ho vissuto in passato. E chi dubita che lo siano basta che dia un’occhiata alle foto della sua infanzia per accorgersene. Il presente non è migliore perché abbiamo distrutto il passato, ma perché abbiamo saputo mantenere una parte degli aspetti migliori.

E’ lo stesso con il design?

Con tutto. Questa mania di cambiare sempre tutto poi non migliora mai nulla. Chi realizza davvero progressi è colui che sa come preservare il meglio del passato e non chi cerca di distruggere tutto il passato per rifarlo ex novo.

Barcellona è un esempio?

Un esempio magnifico. È migliorata così tanto… Che città meravigliosa! Non ha smesso di migliorare da quando sono entrato alla facoltà di architettura, dove non ho completato gli studi, ma ho imparato così tanto dai più grandi architetti, perché ho ripetuto molti corsi.

So che ha appena presieduto la commissione per dare ordine ai dehors…

Sì sono essenziali per la città. Ritengo che siamo riusciti a fare un buon lavoro. Serviranno a tutti, anche a quelli che, come me, non li usa.

Quando si realizza la perfezione?

Nel classico. Il classico è ciò che non può essere migliorato.

E quindi, non invecchia.

Amiguet Lluìs
Tratto da intervista realizzata per il quotidiano La Vanguardia